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Bavagli sacri

10/04/2009

dsc_0030Dopo il sequestro del crocifisso “osceno” dell’artista Federico Solmi, il 26 gennaio scorso, scatta di nuovo la censura per un’opera d’arte ritenuta blasfema. Pubblichiamo le foto del giovane artista Marco Mignogna, in mostra fino a qualche giorno fa al castello normanno di Brindisi e l’articolo pubblicato giovedì 9 aprile sulle pagine della cronaca di Bari de «La Repubblica».

Si ringrazia l’artista per la gentile concessione delle foto, coperte dai diritti.

Tacchi a spillo e crocefissi scatta la censura sulla mostra

BRINDISI – “Volgare, irrispettosa e blasfema”. Così ha sentenziato il cappellano dell’ ospedale don Pietro De Punzio e l’amministrazione comunale mesagnese ha obbedito al pronunciamento del prelato. Rimossi a tempo di record gli scatti “eretici” del giovane artista Marco Mignogna, 21 anni, dalle mura immacolate- finora – del castello normanno.

Nove le immagini, una l’ insegna: “Non nominare il nome di Dio invano”, secondo comandamento inciso a fuoco sulle tavole della legge consegnate nelle mani del patriarca Mosè, legge violata (sic) da uomini e donne in abiti chiesastici, come attestano le pagine di cronaca abbinate a mo’ di didascalie ai nove scatti.

dsc_0032a1Pose che ritraggono un nudo di donna di spalle, la lingerie giù alle ginocchia, avvinghiata ad un uomo in saio e rosario alla cintola. E ancora, una crocifissione al femminile che scopre un seno, un sacerdote in atto benedicente che leva al cielo non un’ostia ma un profilattico, e ancora una suora in atto di contrizione genuflessa di fronte all’ altare con tacchia spillo in primo pianoe mela del peccato fra le mani, rosso che spicca nel bianco e nero che tinge questa come il resto delle immagini. Come a dire: “Fate ciò che io dico, non fate ciò che io faccio”.

Tanto è bastato per mandare su tutte le furie il sacerdote e pure il sindaco Enzo Incalza che dello scherzo autorizzato dall’ assessore alla Cultura nel bel mezzo della Settimana santa ha detto di non sapere un’ acca. Censura? “No, buon senso”, dice il prete. E tanto basti. –

SONIA GIOIA

12 commenti

  1. Beh… effettivamente pare che il fotografo sia partito da una presa di posizione “furba”, del tipo “che faccio per provocare scandalo e fare in modo di far parlare più gente possibile di me?!”
    E da lì a provocare “sparando” sull’Ultimo Tabù rimasto il passo è stato breve.
    Tant’è che, al di là del valore fotografico (discreto ma niente di eccezionale) alcune sono cose già viste (il crocifisso con la donna) altre invece interessanti davvero (la Pietà con la donna in carrozzella).
    Insomma…. mi sembra più un “Operazione Studiata a tavolino” che Vero Scandalo….
    Voto: 7 – –


  2. Grazie per il commento Pv.


  3. Volevo precisare che la mostra da me organizzata non è stata un’operazione commerciale studiata a tavolino, ne per provacare uno scandalo, ne tanto meno per far parlare di me. Ho semplicemente voluto esprimere il mio modo di vedere alcuni aspetti, quasi quotidiani, su cui la gente preferisce abbassare lo sguardo e far finta di niente. Purtroppo viviamo in un paese di falsi moralisti, e mi sembra giusto che un ragazzo dia voce alle proprie idee.


  4. Rispetto il lavoro di tutti e le idee di tutti. E proprio per questo mi permetto di dire che questo filone Chiesa = immagini oscene mi sembra ormai logoro e abusato. Sono d’accordo, la chiesa è gravemente responsabile per aver in qualche modo traumatizzato la nostra civiltà coltivando in noi una morale basata sul senso di colpa. E mi fa altrettanto rabbia vedere quanto sacerdoti e preti esercitino un potere, sopratutto finanziario, fortissimo nel nostro paese. D’altro canto è evidente che c’è un’ala pura della Chiesa, fatta di gente che ha rinunicato a tutto per aiutare il prossimo, gente che lotta davvero, con una forza imparagonabilemtne più efficace di quella che gran parte dell’arte contemporanea vorrebbe propagare. Ma nonostante provi rspetto per tantissimi sacerdoti, non provo tenerezza alcuna per il clero corporativamente inteso. Però non mi scandalizzo troppo se alcuni si incazzano quando si gioca proprio su certi toni per sbeffeggiare la chiesa. Anche l’opera di Solmi, da questo punto di vista, non mi è piaciuta troppo. E’ facile prendere per i fondelli la sessualità repressa della chiesa usando immagini sessuali e ammiccanti o spinte, è troppo facile. Moltissima gente è piena di insicurezze sessuali, bisogna proprio far leva su quelle per stanare la debolezza di una persona? O non è una tecnica di sbeffeggiamento un po’ vigliacca (con rispetto parlando) e superficiale? Non si potrebbe trovare una chiave critica meno scontata?


  5. di tutto si può fare satira, critica, sbeffeggiamento, ironia, di tutto, perché tutto è risibile su questa terra che ci sputa e ci inghiotte.

    l’operazione di solmi mette il dito nella piaga: chiesa + impero = leviatano. il papa erotomane di solmi non ha nulla a che fare con i missionari comboniani o i preti della teologia della liberazione. il papa di solmi è il potere con il cappello sfarzoso. “vigliacco“, poi, a che categoria di giudizio appartiene? vogliamo giudicare l’arte dal punto di vista della morale, come facevano i nazisti con l’espressionismo, anzi con “l’arte degenerata”? vogliamo coniare una nuova formula, “l’arte vigliacca“?

    insistere sul legame chiesa-sesso è urgente e necessario, perché i proclami del faraone cattolico risuonano fragorosamente come bombe e la vita di centinaia di migliaia, forse milioni di credenti dipende dalle corbellerie che diffondono le gerarchie ecclesiastiche sul sesso. centinaia di migliaia, forse milioni.

    se i diritti e la critica vanno di moda, viva la moda!
    e a proposito di moda: http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/pieta-cattedrale/1.html


  6. Il nazismo non c’entra un tubo, cazzarola, è pura demagogia tirarlo in ballo. E’ fantastico sentirtsi paragonare a un nazista solo perchè si è espressa una critica. Il sequestro dei carabinieri è volgare, ma è volgare anche un certo linguaggio pressappochista che ammicca ai gusti più puberali del pubblico, (non sto parlando di Solmi ne delle foto recentemente taggate, il discorso qui è più complesso). Ma è volgarte anche agitare il nazismo come uno spauracchio appena si esercita un giudizio diverso dal proprio. Anche perchè questo è un atteggiamento più dogmatico di quello dei papi oscurantisti. L’arte nasce per essere criticata e sbeffeggiata altrimenti aspira ad essere uno strumento di propaganda totalitaria e allora meglio buttarla nel cesso e tirare l’acqua.


  7. volevo aggiungere che volgarità e vigliaccheria vanno a braccetto perchè sono scimmiette che sgignazzano nel buio


  8. e poi parlavo di linguaggi, di uso dei simboli. Non è legittimo farlo? Sono ateo e mi sbarazzerei volentieri del vaticano. Eppure, per onestà intellettuale, ogni tanto mi chiedo cosa c’è di scandaloso in un papa-cristo in croce col pene eretto. Molti uomini quando muoiono hanno una erezione. A me quella immagine non scandalizza per niente, non fa nemmeno riflettere. Anzi, tutto sommato mi sembra un inno poetico alla umanità della chiesa imperiale. Le immagini del cortometraggio secondo me erano migliori, più crude e cattive.


  9. Parlare di arte * vigliacca * equivale a esprimere un giudizio morale dello stesso tipo di quello formulato dal totalitarismo nazista nei confronti dell’espressionismo (definito arte * degenerata *). Non ho paragonato te, frate meo, Marco Benedettelli, ai nazisti.

    In secondo luogo, hai citato il papa porno-killer di Solmi, decontestualizzandolo dall’istallazione in cui era collocato e dalla poetica espressa nell’opera dall’autore (grosso modo basata sulla ibridazione dell’immaginario porno-pop ed epico-imperialista americano con quello sacro-desadiano della Chiesa medioevale). Et voilà: il crocifisso ligneo (ricordiamo di cosa stiamo parlando) diventa come l’album delle figurine – al posto dell’icona Jesus Christ Superstar si ritrova una figura composta da un copricapo papale su autoritratto di artista e busto tradizionale con tanto di velo da cui spunta un pene-joistick.


  10. joystick, per l’esattezza. «joy|stick: s.m.inv. ES ingl. TS inform., in un elaboratore elettronico, dispositivo munito di cloche che serve a controllare il movimento delle immagini sullo schermo, usato spec. nei videogiochi» http://old.demauroparavia.it/61250


  11. credo che ‘vigliacco’ sia l’artista, quando lo è, mai l’arte.
    (non lo so se ha un senso ma mi pareva importante distinguere).


  12. Rileggendo l’articolo di Repubblica mi scappa un grido: “Evviva il buonsenso!”. Penso che a breve andrò in sagrestia a dire che è vergognoso che i “ministri di Dio” siano agghindati come sovrani. Mi daranno retta? Sembrerò loro immorale? …
    Diceva Benigni in tempi non sospetti “ma possibile che la Chiesa debba sempre parlare di sesso?”…
    L’arte tralavica i confini e infrange i tabù, ma pure la Chiesa, intesa come voce politica, piscia fuori dalla spiritualità – scusate l’espressione infelice. E ora mette il naso anche nell’arte! E mi viene da pensare che ce l’ha sempre messo, il naso, i danè e pure il bavaglio. Ma il tempo della Controriforma è passato, e allora ogni espressione che ha per materia il simbolo religioso (moda o meno… noi siamo catalizzatori) è – o dovrebbe essere – momento di riflessione per lo spettatore, sia esso parte del popolo o del clero. A me alcune foto piacciono, altre le trovo di cattivo gusto, altre non mi comunicano nulla, altre sì.
    Lc



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